«Nasce dalle ombre di una natura soprannaturale e indifferente al destino umano, Mormolice. I canti che raccontano la sua storia non sono semplici filastrocche intonate da streghe di un tempo imprecisato, ma una celebrazione grottesca della parte più crudele delle fiabe e del mito dei lupi mutaforma».
«Qui non c’è alcun eroe: il principe è una figura maledetta scevro da ogni redenzione – incalza Lisinka – e non sarà un bacio a risvegliare la Bella addormentata». Piuttosto il lupo, «metafora del male, al completamento della trasformazione passa da carnefice a vittima, relegando la Bestia nella Bella». Svestitasi della pelliccia bestiale – esponendo una pelle di donna e sedotta da un universo differente dal suo – la Bella rivela un’altra sé: apprende il potere delle parole, cede alle regole umane e imita rituali delle buone maniere che il principe le indottrina. Ma ciò che permane atavico in Mormolice è l’urgenza di libertà.
Articolo completo su InsideArt a cura di Massimo Canorro